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Il mercato del cloud in Italia vale 3,84 miliardi di euro!

Il mercato del cloud in Italia nel 2021 varrà 3,84 miliardi, +16% rispetto all’anno scorso. Lo si evince dalle stime pubblicate nell’undicesimo report dell’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano. 

Uno dei motivi principali di questo repentino progresso tecnologico risiede nella digitalizzazione conseguita dalle misure di contenimento del contagio pandemico. Difatti, durante i periodi di lockdown e quarantena diverse aziende hanno lavorato in smart working, facendo circolare documenti, dati, video-call, riunioni e programmi nella “nuvola”. 

In generale, si stima che entro la fine del 2021 il mercato mondiale delle piattaforme di cloud communication raggiungerà il valore di 4.45 miliardi di dollari. Le aziende di tutto il mondo stanno investendo molto su questa soluzione per la gestione di dati e programmi degli utenti. 

Public & Hybrid Cloud in Italia al primo posto

Dal rapporto dell’Osservatorio del PoliMi risulta anche che a registrare la dinamica di crescita più spiccata nel Belpaese quest’anno sono i servizi PaaS, Platform as a Service.

Si tratta di ambienti di sviluppo, esecuzione e amministrazione delle applicazioni che migliorano la produttività e la flessibilità aziendale. Uno dei più grossi vantaggi del rivolgersi a un sistema PaaS è che la sua infrastruttura è creata e gestita da un provider di servizi Public & Hybrid Cloud e il servizio, di solito, si paga in base al consumo.

Non si tratta, però, dell’unica soluzione possibile. Sul mercato del digitale ne esistono almeno altre tre. Eccole!

Quali sono i 3 principali tipi di cloud?

Privato

Basato su un sistema on-premises, ovvero sull’installazione e l’esecuzione dei programmi software insieme alla conservazione dei dati su server, router e switch locali acquistati uno a uno e gestiti direttamente dal personale dell’azienda utente. 

Questa soluzione non sempre è la più ottimale perché genera ingenti costi sia economici che in termini di tempo.

Pubblico

Incentrato sulle infrastrutture di provider pubblici come Google Cloud, AWS e Microsoft Azure. Ciò agevola le imprese nella configurazione della rete aziendale virtuale, senza preoccuparsi della struttura di base. 

Di questo, infatti, si occupa il provider pubblico, permettendo agli utenti di focalizzarsi in toto sul proprio business. Tra le due soluzioni sopracitate, la seconda consente alle imprese un miglior tasso di scalabilità e flessibilità, poiché il servizio si può pagare in base al consumo.

Ibrido

Combina le sicurezze del cloud privato con il progresso dei servizi cloud pubblici.

Dunque, permette, ad esempio, di gestire il proprio database protetto in loco e, al contempo, lavorare su programmi off-site personalizzati per le esigenze aziendali, nel totale rispetto delle norme vigenti circa la protezione dei dati (GDPR).

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